Il bambino interiore
Tutti siamo stati bambini, per alcuni è stato un momento piacevole, per altri intenso, per altri ancora un periodo triste o stressante. Quante cose sono successe mentre eravamo bambini, quante nozioni abbiamo imparato, quanti esperimenti abbiamo fatto, quanti sbagli. Abbiamo scoperto che rovesciare olio sul pavimento fa scivolare le persone, che se si soffia troppo forte sul piatto di pastina le stelline prendono magicamente vita e innondano il tavolo. Abbiamo scoperto che il fuoco brucia, che l’acqua delle pozzanghere è attraente, che stando sopra all’altalena tutto il paesaggio cambia. Abbiamo interagito con altri bambini, abbiamo confrontato i punti di vista e le conoscenze, a volte siamo finiti con qualche occhio nero o con la maglietta strappata, abbiamo trovato amici e nemici. Eppure ora che siamo grandi, ci appare come qualcosa di molto lontano. Quello che la maggior parte delle persone ignora è che una parte di quel bambino è rimasto dentro di noi. Si, proprio quel bambino a cui era caduto il dente davanti e che veniva preso in giro perché parlando fischiava. Proprio quel bambino che aveva gli occhiali da vista o l’apparecchio che doveva “difendersi” dagli attacchi di bambini più grandi. Proprio quel bambino che veniva sgridato perché faceva ogni sorta di esperimento in casa sporcando in giro o che giocava ai pirati saltando sul letto. Quel bambino è dentro di noi ma è silenzioso. Crescendo non riusciamo più a sentirlo, abbiamo deciso di chiuderlo in una piccola stanza nel centro del nostro cuore e non gli abbiamo più dato retta. Se ci pensate bene, ci siamo trasformati in genitori di noi stessi, impedendo a quel lato bambino di continuare a scoprire il mondo, obbligandolo a stare fermo quando vede un dolce nella vetrina della pasticceria o una pozzanghera per strada.. A volte, ma è molto raro, esce quando meno ce lo aspettiamo facendoci fare qualcosa di insensato come andare su un’altalena per riflettere, tirare un calcio ad un pallone che pigramente ha percorso il prato fino ad arrivare ai nostri piedi, quando troviamo a cena il nostro piatto preferito e un sorriso appare sul nostro volto. Ma ben presto ce ne rendiamo conto e lo rinchiudiamo nella sua stanzetta. Ormai siamo grandi e dobbiamo comportarci da grandi. Questo è quello che ci hanno insegnato.
Con il lavoro sul bambino interiore, andiamo a ricostruire un rapporto con quella parte “bambino” che è in noi, molto spesso è un bambino ferito, triste perché è stato messo da parte, ma con calma e apertura di cuore, è possibile ristabilire un dialogo e permettergli di far parte della nostra vita. Avendo la possibilità di interagire con lui, possiamo chiarire alcune situazioni del passato, guarire i rapporti con figure che magari ci hanno ferite con il loro comportamento distaccato e autoritario. Ora possiamo essere dei mediatori, far capire al bambino il punto di vista degli adulti, ma soprattutto possiamo dare al nostro bambino interiore tutto ciò che gli altri adulti non hanno dato. La sicurezza, l’incoraggiamento, il sostegno, i complimenti e le coccole.